Ecco come sarà il mondo nel 2035, secondo l’intelligence americana

Inoltre basta guardarsi alle spalle e osservare i cambiamenti avvenuti nei vent’anni precedenti, 
per verificare come tale lasso di tempo sia più che sufficiente per dei mutamenti radicali. Diciotto anni fa il mondo doveva ancora assistere al crollo delle Torri Gemelle, alla conseguente guerra al Terrore, agli interventi militari in Afghanistan, Iraq e Libia, nonché alla crisi finanziaria del 2008. Insomma cambiamenti sconvolgenti.
Il paradosso del progresso


Ci ha pensato ora il National Intelligence Council USA, organo strategico dell’intelligence USA, a mettere nero su bianco quello che potrebbe essere il mondo fra diciotto anni. Il documento, chiamato “Paradox of Progress” fa parte del più ampio progetto “Global Trends”, che ogni cinque anni cerca di dare un’idea del futuro più prossimo. Il documento serve così al presidente americano di turno, all’inizio del suo mandato (o al rinnovamento di esso), per farsi un’idea migliore delle sfide che lo attendono.


Per la sua redazione, l’analisi si è servita di una dettagliata raccolta dati e di proiezioni basate sull’osservazione dell’evoluzione economica, sociale e tecnologica su scala planetaria degli ultimi anni. Un approccio scientifico per quanto la previsione del futuro non possa essere materia di scienza esatta. Tuttavia, lo studio fatto dall’intelligence USA arriva addirittura al punto di prevedere quelli che potrebbero essere titoli di giornale in specifiche date.
La Cina si espanderà fino al largo delle Hawaii


Ecco che il 3 febbraio del 2019 alcuni giornali scriveranno: “La Cina compra un’isola disabitata dell’arcipelago Fiji per costruire una base militare a 3.150 miglia dalle Hawaii per 850 milioni di dollari”. Pechino, secondo il report, è destinata, insieme alla Russia, a scalzare definitivamente gli Stati Uniti dal ruolo di unica superpotenza mondiale. In quest’ottica anche l’Europa uscirebbe dalla sfera d’influenza americana, per entrare in quella euroasiatica.
Droni assassini e lavoratori sempre più flessibili


Il 13 marzo del 2019, invece, si titola che “Il Messico mette al bando i droni per uso privato, dopo l’ultimo tentativo di assassinio”. La tecnologia, secondo il report, ha dunque preso il sopravvento e l’utilizzo dei droni diventerà nei prossimi anni dispnibile al grande pubblico. Il report denuncia in particolare come tali droni diventeranno facilmente reperibili anche per la criminalità organizzata, che potrà usare queste silenziose zanzare meccaniche al posto dei più riconoscibili sicari. Se saranno i droni a “sporcarsi le mani”, il lavoro delle forze di sicurezza del futuro diventerà sempre più impegnativo e difficile.


Il 17 settembre del 2021, è invece il turno della “rivolta dei gig workers a Londra”. I “gig workers” sono i lavoratori della cosiddetta “gig economy”. Si tratta di lavoratori senza stipendio fisso che lavorano solo “su richiesta (on demand)”. Lavoratori in proprio che svolgono attività temporanee. Secondo l’intelligence USA, infatti, lo sviluppo tecnologico creerà un ulteriore disequilibrio economico, modificando radicalmente la piramide lavorativa conosciuta dopo la Prima Rivoluzione Industriale. Così lo sviluppo progressivo dell’Intelligenza Artificiale, andrà a sostituire il capitale umano in numerosi comparti, contribuendo allo sviluppo appunto della figura del lavoratore “su richiesta”.
C’è ottimismo per il futuro dell’Africa


Se il futuro dei lavoratori dipendenti sembra a tinte fosche, pare invece che il 2035 rappresenti per il Terzo Mondo un’opportunità di rivalsa. Nel documento redatto dall’intelligence USA si fa riferimento infatti a una rivoluzione energetica dell’Africa, che porterà il Continente ad una progressiva autosufficienza. Un traguardo raggiunto grazie allo sviluppo di pannelli solari e batterie fatte in casa, facilmente reperibili a basso prezzo. A ciò si aggiunge poi la diffusione della tecnologia di desalinizzazione dell’acqua, che contribuirà a stabilizzare la produzione alimentare africana.
Conflitti per acqua e cibo


Per il resto del mondo, invece, i problemi legati all’acqua e allo sfruttamento del suolo diventeranno di primaria importanza. Ben 21 delle 37 sorgenti d’acqua più grandi al mondo sono attualmente sfruttate in maniera “insostenibile”, e se la tecnologia non porterà un miglioramento a questo, secondo l’ intelligence USA, vi sarà un crescendo di conflitti. Stesso discorso vale per la terra, sfruttata oggi ad un ritmo quaranta volte più veloce rispetto alla naturale rigenerazione del suolo. Quest’analisi lucida arriva da una fonte più che autorevole e mette in guardia l’attuale presidenza americana rispetto ai rischi maggiori per la società contemporanea. Starà ora alla Casa Bianca interpretare al meglio gli avvertimenti lanciati dalla propria intelligence.


Articolo di Michele Crudelini






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