Scuole italiane: il 58% degli edifici non è a norma. Non fate entrare i ragazzi nelle scuole a rischio!

CODACONS. NON BASTA. PRONTI A CHIEDERE SEQUESTRI E INTERVENTO DEI PREFETTI PER IMPEDIRE INGRESSI IN STRUTTURE NON A NORMA




CHE FINE HANNO FATTO IL PIANO “SCUOLE SICURE” DA 400 MLN DI EURO VARATO DA RENZI NEL 2015 E IL PIANO GENERALE DI EDILIZIA SCOLASTICA?




Non basta per il Codacons la richiesta avanzata oggi dall’Associazione nazionale Presidi di prevedere un controllo a tappeto dei controsoffitti, e i dirigenti scolastici hanno la responsabilità di garantire la sicurezza degli studenti attraverso misure come il blocco degli accessi agli edifici non sicuri.









“Chiediamo ai presidi di tutta Italia di non riaprire le scuole che rappresentano un potenziale rischio per studenti e personale scolastico e vogliamo sapere che fine ha fatto il piano “scuole sicure” annunciato dall’ex premier Renzi tre anni fa, e che prevedeva 400 milioni di euro per 2.400 interventi in favore della sicurezza scolastica a partire dal 2015 – spiega il presidente Carlo Rienzi – I dati sulle scuole italiane sono drammatici: il 58% degli edifici non è a norma sotto il profilo della normativa antincendio e circa il 53% sotto il profilo dell’agibilità. Di fronte a questi numeri i presidi devono bloccare le aperture di quelle strutture che possono rappresentare un pericolo per gli alunni e, in assenza di misure adeguate, il Codacons è pronto a scendere in campo chiedendo a Procure e Prefetti la sospensione degli ingressi nelle scuole e il sequestro immediato degli edifici già dal prossimo settembre”.




“Rivolgiamo un appello al Ministro Bussetti, che sull’argomento ha mostrato grande sensibilità, affinché accerti dove sono finiti i 400 milioni di euro annunciati da Renzi per la sicurezza delle scuole, e perché dia seguito alle sentenze di Tar e Consiglio di Stato che, accogliendo il ricorso del Codacons, hanno ordinato allo Stato di applicare il Piano generale di edilizia scolastica che avrebbe dovuto mettere in sicurezza tutti le scuole italiane” – conclude Rienzi.




Fonte Codacons

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