Una acuta analisi di Brett Scott su The Guardian, smaschera l’apparente neutralità del passaggio ai sistemi di pagamento esclusivamente digitali, che sarebbe ingenuo vedere semplicemente come un’alternativa “più comoda” al contante.
In realtà, una società priva di contante presenta seri pericoli sul fronte del controllo sociale e impedisce qualsiasi forma di pagamento “fuori dalla rete, mentre l’abolizione del contante gioca a favore delle istituzioni finanziarie e delle aziende che gestiscono sistemi di pagamento, per questo intente a una pervasiva opera di persuasione, volta a convincerci che l’eliminazione del contante non solo vada a nostro vantaggio, ma risponda a una richiesta che viene da noi.
Di seguito l’articolo di Brett Scott:
In tutto il mondo occidentale le banche stanno chiudendo sportelli bancomat e filiali. In questo modo stanno cercando di spingerci a utilizzare i loro sistemi di pagamento digitali e i loro servizi di “digital banking”. Proprio come Google vuole che tutti accedano e navighino nel più ampio mondo di Internet attraverso il suo portale di ricerca, che è controllato privatamente, così le istituzioni finanziarie vogliono che tutti possano accedere e navigare nel più ampio mondo dell’economia, attraverso i loro sistemi.
Un altro obiettivo è ridurre i costi per aumentare i profitti. Le filiali richiedono personale. Sostituirle con “app” standardizzate gestite dal cliente, consente ai senior manager delle istituzioni finanziarie di controllare e monitorare direttamente le interazioni con la clientela.
Le banche, ovviamente, ci raccontano una storia diversa sul perché lo fanno. Recentemente ho ricevuto una lettera dalla mia banca, che spiegava come stiano chiudendo le filiali locali perché “i clienti si stanno spostando verso il digitale” e loro stiano quindi “rispondendo alle mutate preferenze dei clienti”. Sono uno dei clienti a cui si riferiscono, ma non ho mai chiesto loro di chiudere filiali.
È un processo che si autoalimenta: chiudendo le loro filiali, o smantellando i loro sportelli bancomat, ci rendono più difficile utilizzare questi servizi. Abbiamo molta più probabilità di “scegliere” l’opzione digitale se le banche deliberatamente rendono più difficile per noi scegliere l’opzione non digitale.
Nell’economia comportamentale questo è indicato come “nudging ” (“indirizzare”). Se una istituzione potente vuole fare in modo che le persone scelgano una determinata cosa, la strategia migliore è rendere difficile la scelta dell’alternativa.
Possiamo illustrare questo sistema, con l’esempio delle casse per il pagamento automatico dei supermercati. La finalità sotto traccia è quella di sostituire il personale di cassa con apparecchi self-service per ridurre i costi. Ma i supermercati devono convincere i loro clienti, così all’inizio presentano il “self-checkout” come una comoda alternativa. Quando alcune persone iniziano a usare questa alternativa, il supermercato può citare il fenomeno come prova di un cambiamento nel comportamento dei clienti, che poi viene usato per giustificare una riduzione dei dipendenti addetti alle casse. Questo a sua volta rende più scomodo utilizzare le casse dotate di personale, il che a sua volta rende i clienti più propensi a utilizzare le macchine. E così, lentamente, ti svezzano dal personale e ti “indirizzano” verso il self-service.
Allo stesso modo, le istituzioni finanziarie stanno cercando di indirizzarci verso una società senza contanti e verso il “digital banking”. Il vero scopo è il profitto aziendale. Le società di pagamento come “Visa” e “Mastercard” vogliono aumentare il volume di vendita dei loro servizi di pagamento digitali, mentre le banche vogliono ridurre i costi. Il “nudging” richiede due mosse. In primo luogo, devono aumentare la scomodità di contanti, bancomat e filiali. In secondo luogo, devono promuovere energicamente l’alternativa. Cercano di “insegnare” alle persone a volere il digitale, e poi a “sceglierlo”.
Su questo, ci è utile la lezione del filosofo marxista Antonio Gramsci. Il suo concetto di egemonia si riferiva al modo in cui i potenti condizionano l’ambiente culturale ed economico, in modo tale che i loro interessi inizino a essere percepiti come naturali e inevitabili dall’opinione pubblica. Nessuno è sceso in strada a manifestare a favore dei sistemi di pagamento digitali venti anni fa, mentre oggi sembra sempre più ovvio e “naturale” che questi sistemi debbano prendere il sopravvento. È una convinzione che non è scaturita dal nulla. È il risultato diretto di un progetto egemonico portato avanti dalle istituzioni finanziarie.
Possiamo anche riprendere il concetto di interpellanza di Louis Althusser. L’idea di base è che puoi convincere le persone a interiorizzare determinate convinzioni, comportandoti come se le avessero già. Vent’anni fa nessuno credeva che il denaro fosse “scomodo”, ma ogni volta che vado nella metropolitana di Londra, vedo pubblicità che mi si rivolgono come se fossi una persona che trova scomodo usare il denaro contante.
L’obiettivo è di costruire dall’esterno una mia convinzione che il denaro contante sia scomodo e che passare a sistemi senza contante vada a mio vantaggio. Ma una società senza contante non è nel nostro interesse. Va a vantaggio delle banche e delle società di sistemi di pagamento. Il loro compito è farci credere che sia anche nel nostro interesse, e ci stanno riuscendo.
Il recente caos della Visa, durante il quale milioni di persone diventate dipendenti dai sistemi di pagamento digitale si sono improvvisamente trovate bloccate, quando la rete di pagamento monopolistica è andata in crash, ha rappresentato una temporanea battuta d’arresto. I sistemi digitali possono essere “comodi”, ma spesso presentano punti nodali di fragilità. I contanti invece non vanno in crash. Non si basano su archivi di dati esterni e non sono soggetti a controllo o monitoraggio remoto.
Il sistema del contante consente uno spazio “fuori dalla rete” non monitorato. Questo è anche il motivo per cui le istituzioni finanziarie e le società di tecnologia finanziaria vogliono liberarsene. Le transazioni in contanti sono al di fuori della rete gettata da queste istituzioni per raccogliere commissioni e dati.
Una società senza contanti porta con sé dei pericoli. Le persone prive di un conto in banca si troverebbero ulteriormente emarginate. Ci sono, inoltre, anche implicazioni psicologiche poco note sul fatto che il denaro contante incoraggia l’autocontrollo, mentre il pagamento tramite carta o telefono cellulare può incoraggiare la spesa. Istituire una società senza contanti, poi, comporta anche importanti implicazioni sulla sorveglianza.
Nonostante questo, vediamo che c’è un allineamento tra governo e istituzioni finanziarie. Il ministero del Tesoro, in Inghilterra, ha recentemente organizzato una consultazione pubblica su contanti e pagamenti digitali nella nuova economia. Si è presentato come teso a trovare un equilibrio tra i due, rilevando che il denaro contante era ancora importante. Ma gli anni di sottile pressione da parte dell’industria finanziaria hanno chiaramente dato i loro frutti. Gli elementi portati come prove sottolineano ripetutamente gli aspetti negativi dell’uso del contante – associandolo alla criminalità e all’evasione fiscale – ma citano a mala pena le implicazioni negative dei pagamenti digitali.
Il governo britannico ha scelto di sostenere l’industria dei servizi finanziari digitali. Un atteggiamento irresponsabile e in malafede. Dobbiamo smetterla di accettare le storie che dipingono come un “progresso naturale” la società senza contante e l’iper-digital banking. Dobbiamo riconoscere in ogni bancomat che viene smantellato, un altro passo della campagna delle istituzioni finanziarie per indirizzarci nei loro recinti digitali.
Articolo di Brett Scott – attivista, ex broker e autore di “The Heretic’s Guide to Global Finance: Hacking the Future of Money”.
Fonte originale: https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/jul/19/cashless-society-con-big-finance-banks-closing-atms
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