La manovra economica del governo italiano e' una dichiarazione di guerra all'Europa.

Ieri notte abbiamo dichiarato guerra all’Unione Europea. L’abbiamo fatto con una nota di aggiornamento al Def che ribalta la grande promessa che l’Italia aveva fatto fino a ieri alla commissione
europea e ai mercati, che il deficit si sarebbe ridotto fino a arrivare a zero, che il rapporto tra il debito pubblico italiano e il suo prodotto interno lordo non sarebbe mai più aumentato. Un rapporto deficit/Pil al 2,4%, per quattro anni, va nella direzione diametralmente opposta ed è uno schiaffo sul muso a Juncker e Moscovici, che ci avevano più volte intimato, in questi mesi, a non fare scherzi, a continuare sulla strada del risanamento dei conti pubblici, a non scherzare col fuoco dei mercati.

Niente di tutto questo: Salvini e Di Maio hanno sentito l’odore del sangue di una Commissione debole, in scadenza, figlia di una grande coalizione morente, delegittimata dai sondaggi che vengono avanti e che parlano di una prossima, clamorosa affermazione delle destre sovraniste, e hanno spinto sull’acceleratore, anziché frenare. Non è bastato Giovanni Tria, che aveva più volte assicurato che il deficit si sarebbe fermato sulla soglia dell’1,6%, e che è arrivato a minacciare le dimissioni, a fare da argine. Non è bastato Sergio Mattarella, preoccupato di scatenare uno scontro istituzionale, a fermare i leader di Lega e Cinque Stelle.

E forse è lì che vogliono arrivare Lega e Cinque Stelle. Forse davvero ci stiamo avvicinando a passo di carica verso il piano B, verso il momento in cui non saremo noi a uscire dall’Euro, ma l’Euro a non volerci più. Forse davvero ci stiamo avvicinando a quella sparizione dell’Europa cui Steve Bannon auspica e che ha spesso profetizzato.

https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/28/questa-non-e-una-legge-di-bilancio-e-una-dichiarazione-di-guerra-alleu/39574/

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