Bisogna avere il coraggio di dire che l'Euro è la rovina dell'Italia

di Andrea Pasini

Lo dico da anni che l’Europa cosi come è stata gestita fino ad oggi ha rappresentato solo una grande delusione sotto tutti i punti di vista. L’Europa è telecomandata dalle cancellerie tedesche e francesi. È ormai chiaro a tutti che chi manovra i fili e gestisce il potere della Eu sono queste due nazioni che personalmente considero governate da persone arroganti e presuntuose. Ritengo anzi ne sono sicuro che oggi la maggioranza degli italiani la pensa proprio come me e che l’Italia potrebbe tranquillamente uscire dall’euro senza incorrere in grossi contraccolpi e questa sarebbe senza ombra di dubbio l’unica soluzione per salvare il nostro paese dall’imminente fallimento.

Non è ne Paolo Savona il ministro anti-euro, non è neanche Matteo Salvini, tantomeno Giorgia Meloni ma ormai anti-euro è a mio avviso la maggioranza degli italiani stufi e soprattutto incazzati di continuare a vedere come il nostro paese e il nostro popolo venga denigrato, offeso e trattato come l’ultima ruota del carro dalle cancellerie europee che contano cioè quelle Tedesche e Francesi.


Parliamoci chiaro: non è che per colpa di quei quattro sinistroidi falsi, brutti e ipocriti che hanno svenduto il nostro paese e la nostra dignità e che si sono fatti sottomettere e schiavizzare dalle cancellerie degli stati forti d’Europa che adesso noi italiani veniamo trattati come dei burattini da prendere a ceffoni e sottomette ogni qual volta alla Merkel e a Macron faccia comodo perché cosi non è grazie proprio al coraggio di Matteo Salvini e del Governo GialloVerde che hanno iniziato a dettare delle regole nuove all’Unione Europea.

Ci siamo rotti le scatole di essere trattati come dei burattini, noi siamo un Paese del quale dovrebbero avere più che rispetto. La Francia e la Germania si dovrebbero sciacquare la bocca quando parlano di noi e chiedere permesso. Tra tutti gli italiani incazzati con l’euro ci sono anche io. Sono orgoglioso di dirlo e di gridare che questa Europa per la nostra Nazione rappresenta solo un grande macigno e non una opportunità.


Già lo scorso anno, quando l’alleanza grillo-leghista non era neanche prevedibile, avevo detto, che sarebbe stato veramente difficile per l’Italia sopravvivere nell’Eurozona senza che la Germania e la Francia cambiassero radicalmente la loro politica. Perché ad esempio imporre l’austerity è una delle strade completamente sbagliate da percorrere per risolvere i problemi.

Parliamoci chiaro: L’ Italia fatica a crescere dall’introduzione dell’ euro. Se un Paese va male, la colpa è del Paese; se molti Paesi vanno male, la colpa è del sistema e questo penso che sia chiaro a tutti e non bisogna di certo essere un economista per comprenderlo. L’euro ormai è chiaro che è un sistema destinato al fallimento. Ha tolto ai governi i principali meccanismi di aggiustamento, come tassi di interesse e di cambio e anziché creare nuove istituzioni che aiutassero i Paesi a gestire le nuove situazioni, ha imposto restrizioni spesso basate su teorie economico politiche screditate su deficit, debito e anche riforme strutturali. Morale della favola? La risposta della Germania è di caricare il fardello sui Paesi deboli, già provati da alta disoccupazione e bassa crescita. Bella roba! Sappiamo a cosa porta una scelta simile: più dolore, più sofferenza, più disoccupazione, e ancora minor crescita per i paesi che faticano a crescere.

L’Italia è sufficientemente grande, e ha economisti sufficientemente bravi e creativi, da studiare un’uscita de facto da questa Europaintroducendo in sostanza una doppia moneta flessibile che potrebbe aiutare a recuperare ricchezza persa in questi anni. Nelle democrazie dell’Eurozona, l’ostilità verso la moneta unica sta degenerando in un’ostilità verso il più vasto progetto dell’Europa Unita e dei suoi valori costituenti.


Lo vogliamo ammettere o no che l’Euro è incapace di risolvere le crisi sistemiche dei paesi dell’Eurozona, che acuisce le disuguaglianze e mina alla radice quello che alle origini doveva essere un progetto di vera e reale cooperazione tra popoli.L’unione monetaria è una costruzione priva di fondamenta che si è rivelata, nel corso degli anni, uno dei grandi mali dell’Unione Europea e soprattutto dell’Italia. Al contrario, i vincoli oggi rappresentati da quella unione monetaria e il sistema di Governo dell’Eurozona che si portano dietro sono divenuti il vero ostacolo da superare, le catene da rompere per rilanciare il dialogo tra popoli con economie e strutture sociali profondamente diverse.

Oggi, chi si ostina a difendere la moneta unica, è il più grande anti-europeista della storia. Oggi l’imperativo deve essere per questo governo far scegliere al popolo sovrano, all’intero popolo italiano il destino del progetto Euro attraverso lo strumento referendario. E poi propendere una decisione chiara è netta. L’Inghilterra insegna.


L’introduzione dell’Euro ha bloccato il cambio tra diciannove economie profondamente diverse e ha creato dei grandi vantaggi competitivi soprattutto per due la Germania e la Francia . I tedeschi sfruttano una moneta molto sottovalutata per la loro economia, attraverso la quale stanno accumulando un surplus commerciale eccessivo ai danni degli altri Paesi dell’unione monetaria. Surplus che, tra le altre cose, viola le stesse regole sulle partite correnti dell’Unione Europea. Nella periferia dell’Eurozona al contrario, non potendo svalutare la moneta, vengono imposti abbattimenti dei salari tramite le riforme. Questo impoverimento del ceto medio pilotato da Bruxelles e Francoforte, assieme all’incapacità di risolvere il problema migrazione e sicurezza, sta pericolosamente veicolando consenso verso gli estremismi politici così tanti lo chiamano come la Lega che si è sempre distinta con il suo approccio propositivo, costruttivo e post ideologico. La modifica dei vincoli europei che dovrebbe riformare l’eccessiva rigidità di alcuni regolamenti è volutamente ferma al palo.


Il passato Governo italiano a trazione di sinistra si è abbondantemente dimostrato incapace di cambiare marcia a livello europeo, inchinandosi sia a Bruxelles come a Strasburgo al volere dei poteri forti, delle lobby, delle banche e, in generale, smerciando favori ad amici di amici. Ricordiamo che Renzi e quindi l’Italia ha addirittura avuto secondo il principio della rotazione e subito dopo la sbornia del 40% la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione Europea. Qualcuno se n’è accorto? No assolutamente e questo perché? Perché non contiamo nulla e nessuno ci considera. Tutto questo è avvenuto mentre tanti, troppi cittadini hanno sofferto e continuano a soffrire dei sintomi economici negativi di questo imbarazzante stallo. Quelli italiani, in particolare, pagavano la non credibilità di un esecutivo mai eletto e mai all’altezza delle aspettative sempre a trazione di sinistra. Anche per questo oggi parlare di Euro, di soluzioni alternative e in generale il prepararsi tecnicamente all’uscita dalla moneta unica non deve essere considerato come un atto sovversivo, ma di responsabilità politica. Un atto per il bene e per tutelare la nostra nazione e il popolo italiano.

Andrea Pasini Trezzano Sul Naviglio

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