07/12/2020 - È un tema molto delicato, delicatissimo, non certo da ora e che non riguarda ovviamente solo Catania dove è diventato di scottante attualità a seguito dello scandalo che ha coinvolto il policlinico di catania con l’ indagine della guardia di finanza che ha portato all’ arresto del primario di urologia prof. morgia ed altri vari soggetti.
In questo settore è fondamentale la trasparenza ed attuare ogni cautela per impedire che i “contributi” delle aziende ai singoli medici o ospedali possa condizionarne le scelte terapeutiche. Codacons ha scoperto che in 3 anni a circa 32 mila medici italiani sono andati 163 milioni di euro, da poche centinaia a decine di migliaia, con tanti soldi andati a società che organizzano “convegni” e considerando che i nomi che vengono pubblicati sono solo quelli dei medici che hanno dato il consenso, gli altri sono occultati tra quelli aggregati alle varie aziende ospedaliere. Il cammino verso la trasparenza è iniziato, ma la strada è ancora lunga.
Tra il 2015 e il 2017 le principali – segnala il CODACONS – 10 case farmaceutiche operanti in Italia hanno versato nelle tasche dei medici italiani la bellezza di oltre 163 milioni di euro attraverso finanziamenti e sussidi di vario tipo. I numeri che emergono dallo studio dell’ associazione, che ha per fonte dati ufficiali e pubblici ma non facili da scovare – sono impressionanti: 32.623 tra medici, fondazioni e ospedali, hanno complessivamente percepito in Italia 163.664.432,70 euro nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017.
Soldi versati dalle aziende Abbvie, Almirall, Merck, Msd, Hospira, Pfizer, Pfizer Italia, Pierre Fabre Pharma, Pierre Fabre Italia, GlaxoSmithKline a titolo di accordi di sponsorizzazione, donazioni, viaggi, quote di iscrizione, corrispettivi e consulenze, ecc. In particolare la ricerca analizza i dati pubblicati n ottemperanza con le disposizioni del Codice EFPIA sulla Trasparenza e del Codice Deontologico di Farmindustria, che impone alle aziende farmaceutiche di rendere noti i “trasferimenti di valore relativi allo sviluppo e alla commercializzazione di farmaci soggetti a prescrizione medica concessi agli Operatori Sanitari e alle Organizzazioni Sanitarie.”
Si tratta di migliaia di singoli “contributi” che è fondamentale comprendere quanto siano utili alla ricerca e quanto invece rischiano di alterare pericolosamente le scelte terapeutiche dei singoli medici se non addirittura di intere aziende sanitarie. Solo alla città di Catania sono dedicate ben 18 pagine del report con decine di medici pubblici e privati con gli importi dei rispettivi “contributi”, decine o centinaia di migliaia di euro sono andati a società che organizzano convegni ed eventi di varia natura. Opportuno segnalare che nelle liste compaiono i nomi dei soli medici e società che hanno fornito il loro consenso alla pubblicazione, gli altri sono compresi in dati aggregati per settore o azienda sanitaria di appartenenza ed in questo modo mantengono al momento l’ anonimato.
Finanziamenti che ora finiscono all’ attenzione dell’ Autorità Anticorruzione, attraverso un esposto dell’ associazione in cui si chiede di aprire un’ istruttoria sul caso e verificare la piena correttezza delle sovvenzioni, alla luce della possibile violazione dell”art. 30 del Codice di Deontologia medica che impone al professionista di “evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’ interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario” nonché di “dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.” Il medesimo articolo impone l’ assoluto divieto per il medico di “Subordinare il proprio comportamento prescrittivo ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.”
A supportare le tesi dell’ associazione, nell’ esposto viene citato un recentissimo studio pubblicato in data 08.02.2019 sulla rivista americana “The Oncologist” che ha analizzato la relazione tra le somme ricevute dai medici da parte delle case farmaceutiche per consulti, viaggi o ad altro titolo, e le prescrizioni degli stessi medici relative ai farmaci prodotti dalle case farmaceutiche che avevano erogato tali somme.
I risultati della ricerca hanno evidenziato l’ aumento delle prescrizioni in favore di farmaci prodotti dalle aziende farmaceutiche che avevano erogato i finanziamenti in questione. In particolare – secondo la rivista “The Oncologist” – si è assistito ad un incremento di prescrizioni per il trattamento di quattro diverse tipologie di cancro (carcinoma prostatico, carcinoma renale, carcinoma polmonare e leucemia mieloide cronica).
Sul sito dell’ associazione è stato pubblicato l’ elenco integrale suddiviso per comune dei 32.623 medici italiani, fondazioni e ospedali che nel triennio hanno percepito soldi dall’ industria del farmaco, affinché ogni cittadino possa verificare in modo autonomo i rapporti tra il proprio medico e le aziende farmaceutiche. Il report in questione è pubblicato alla pagina https://codacons.it/report_medici .
Il Codacons ha così rinnovato la richiesta agli Ordini dei medici provinciali siciliani di imporre a tutti i camici bianchi l’ obbligo di indicare all’ interno degli studi medici i rapporti intercorrenti con le aziende produttrici di farmaci, al fine di garantire massima trasparenza ai propri pazienti, e chiede alle ASP e alla Guardia di Finanza di verificare tutte le prescrizioni erogate dai medici inseriti nel report, accertando eventuali squilibri a favore delle aziende finanziatrici.
Di Pierluigi di rosa
Fonte: Codacons
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