Il nome di Gesù, infatti, cifra dell'identità cattolica, è stato pronunciato soltanto di sfuggita, tra l'altro in una frase in cui si sottolineavano gli aspetti più umani dell'esistenza del Salvatore. Al suo posto si è preferito un generico Dio e Signore, quando raramente - molto raramente - si è affacciata una qualche misteriosa entità nel discorso del pontefice.
Questo singolare primato dovrebbe far riflettere tutti, credenti o no, sulla natura dell'intervista pronunciata ieri, che di fatto è stato un lungo manifesto politico profano, dove diluiti tra il consueto arsenale di innocui e irrealistici appelli alla "vicinanza contro l'indifferenza", al "fermiamo le guerre e la fame", al "tutti fratelli nessuno escluso", i punti salienti possono essere così riassunti:
1. L'affermazione che il mondo dopo la crisi non deve essere più lo stesso di prima.
2. L'invito alla vaccinazione di massa.
3. L'appello affinchè tutti i comparti sociali, politici ed economici collaborino a un disegno unico planetario.
4. L'affermazione della necessità che le voci di opposizione si facciano da parte perchè la situazione non ammette contrapposizioni. Interessante scoprire, a margine di questo punto, che le proteste americane siano considerate dall'attuale pontefice un incidente della democrazia matura, un rigurgito di inciviltà in un paese che ne è modello.
Questo, in sintesi, il messaggio pontificale, pronunciato in circa un'ora di intervista, accompagnata da colonna sonora epica e immagini di repertorio altamente emozionali.
Magari una benedizione a fine intervista poteva anche darla, ma forse, considerando che il mondo che desidera si sta realizzando anche senza l'aiuto di Cristo, per lui sarebbe stata superflua.
nota da WA
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