Mettere fine alla malnutrizione entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale e la produzione di gas serra, ma anche migliorare la resilienza dei sistemi di coltivazione.
Zitta zitta, con questi strumenti apparentemente ammissibili, l’UE, e i compari alla Bill Gates o alla Klaus Schwab, in realtà stanno preparando ad un futuro distopico, investendo miliardi nella sperimentazione genetica e rovesciando l’ordine naturale delle cose. Lo chiamano anche sviluppo sostenibile e tutto si fa, neanche a dirlo, per amore di madre natura, che non è esattamente l’amore per il Creato cristiano, ma solo un surrogato new age distribuito in pillole per digerire il diabolico piano di ristrutturazione della realtà entro il 2030.
E così allevare vacche e mandrie più efficienti o polli e suini con implementazioni genetiche è già realtà. Decine i progetti lanciati dall’UE che fornisce i fondi: Gene-switch, Gentore, Rumigen e poi Geronimo e tanti tanti altri. L’UE ha stanziato già circa un miliardo di euro per finanziare i circa 180 progetti multi-attore di interesse per l’agricoltura, la silvicoltura e lo sviluppo rurale nei sette anni di Horizon 2020 (2014-2020). Oltre 120 di questi sono già stati avviati ed è stato avviato anche il programma Horizon Europe (2021-2027). Il tutto si inquadra nella Food Action Alliance, la piattaforma che supporta il sistema di trasformazione alimentare. Si apprende come l’Europa si impegnerà (e si aspetta che entro il 2030 il sistema politico dei vari Stati faccia lo stesso) per attuare interventi che consentiranno agli agricoltori di passare a sistemi agricoli e alimentari “sostenibili e resilienti”. L’Olanda e i Paesi nordici sono in prima linea in questa sorta di trasformazione: Aerovision, Wageningen University and Reseacrh sono solo due delle entità che stanno lavorando allo sviluppo dell’agenda. Non solo allevamento e coltivazioni, non è esente nemmeno la pesca.
Si legge sulle pagine di uno dei progetti di bando proposti dall’UE: “La ricerca e l’innovazione contribuiranno a fornire una migliore comprensione degli impatti del cambiamento climatico in termini di cambiamento dell’habitat e funzionamento ecologico e delle conseguenti ripercussioni sulla composizione delle specie, sulla salute e sui tassi di crescita e riproduzione alterati“. La ricerca, si comprende, tende a valutare il tipo di specie animale e il loro adattamento (maggiore o minore) a seconda dei luoghi e del nutrimento fornito. In parole povere: con tutta probabilità alla fine di questi studi si potrà arrivare a produrre in laboratorio, superando il sistema tradizionale di incroci e arrivando all’editing genetico, la specie perfetta che non inquina, rende di più e si adatta all’ambiente circostante.
Sulla fattispecie apprendiamo dal programma Gentore: “Il miglioramento genetico del bestiame è una tecnologia particolarmente conveniente, che produce cambiamenti permanenti e cumulativi nelle prestazioni“. Si parla di “migliore efficienza del bestiame e del sistema di allevamento, convertendo più energia in produzione di prodotti, riducendo così le emissioni di gas serra per unità di prodotto” E, indovinate un po’, appunto: “uno degli strumenti a disposizione degli agricoltori è la selezione genetica. Sono gli obiettivi dello sviluppo sostenibile“.
Bestiame selezionato, geneticamente, che produrrà quindi i seguenti effetti: “Migliore fertilità per ridurre gli intervalli tra i parti e le inseminazioni con riduzione dei costi di gestione e delle emissioni. Miglioramento della resilienza del bestiame e degli allevamenti, migliore longevità, miglioramento della salute”. Inoltre si legge: “Migliore efficienza alimentare: ad esempio selezione per una migliore assunzione residua di mangime che influirà direttamente sulle emissioni, poiché gli animali che mangiano meno tendono a produrre meno gas serra”. Praticamente l’animale mangierà solo quello che decideranno loro e nelle quantità che stabiliranno loro per evitare che inquini. Domanda. Ciò che oggi vale per l’animale chi ci dice che domani non varrà per l’uomo?
Forse è meglio cominciare a capire dove siamo arrivati e che è importante agire. Qual è lo scopo ultimo? Chissà: forse sovvertire il settore primario e sostituire l’allevamento oggi conosciuto con fabbricazioni in provetta. Il tutto per fermare il cambiamento climatico e abbattere i costi obbligandoci a mangiare e vivere come vogliono loro. Follia? Perchè gli insetti nel piatto cosa sono? Il controllo sociale e la riduzione in schiavitù degli esseri viventi con la scusa ufficiale di impedire l’inquinamento cos’è? Sono già penetrati ovunque, anche nel nostro stomaco, con le loro teorie diaboliche. Dobbiamo aspettarci di tutto. Con lo scientismo si sconvolge la vita, si permettono sperimentazioni scientifiche e giochetti genetici che si tradurranno nelle nostre tavole in qualcosa di artefatto e, Dio solo sa se, pericoloso per la nostra salute. Siamo già a livelli borderline e i loro programmi stanno accelerando. Un mese fa scrivevamo del sondaggio della Fondazione Barilla sugli insetti, oggi gli insetti sono realtà. Di questi tempi non puoi più fidarti nemmeno della pasta che stai mangiando: è bene controllare sempre gli ingredienti, cercare aziende sane.
Sono subdoli nei loro progetti e non si fermeranno. Gli animali, le piante, l’uomo: tutto ciò che è Creato deve finire, e finire male, nelle mani loro. Altro che sviluppo sostenibile e “salviamo il pianeta”: i diavoli si (e ci) stanno distruggendo con le loro mani. Se il mondo diventa alias, diventa altro, sconvolto nel suo ordine naturale, si ribellerà. E’ la teoria del caos, è matematica. La superbia e la volontà di potenza li ha accecati. La speranza c’è ed è che Dio si stufi presto di questi imitatori da strapazzo.
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