Orrore in campo medico scientifico: conviene economicamente di più produrre farmaci che non curano piuttosto che guarire la gente.




La notizia agghiacciante proviene dal Premio Nobel per la Medicina Richard J. Roberts:
“le case farmaceutiche orientano le proprie ricerche verso medicinali che invece di curare la malattia, determinano stadi cronici avanzati nel tempo“. Dunque, al posto di garantirci cure appropriate, i nostri ministeri della salute, ben sapendo quale sia il gioco infame che si cela dietro alla finta ricerca, fingono di ignorare il problema.

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È una affermazione pesantissima, che grida vendetta! Ogni essere vivente è visto, da questi infami mercanti di medicinali inutili, come una fonte di guadagno e non come un/una paziente bisognoso/a di cure efficaci. Dall’isola di Cuba, feudo di Castro, giungono, nel frattempo, rincuoranti annunci scientifici, annunci capziosamente tenuti nascosti al giro dell’informazione pubblica. Lì, dove parrebbe che la ricerca scientifica faccia veramente sul serio, sono stati messi a punto alcuni ritrovati contro il cancro, la febbre dengue, l’epatite, aids, epatite B… Sin dal 1985 la battaglia di Fidel, volta alla ricerca di cure mediche in grado di guarire e non di protrarre il male, ha dato ottimi risultati, persino sul cancro al polmone, uno dei più aggressivi in assoluto.

Dal veleno dello scorpione azzurro, si sono ottenuti veri e propri ritrovati capaci di imprimere mutamenti rigeneratori nel fisico di chi è stato/a colpito dal male. E non è tutto: anche per il diabete (malattia che causa una serie sterminata di complicazioni, financo amputazioni e modificazioni dello stile di vita aberranti), Cuba produce un miracoloso Heperprot P. che azzera ogni effetto della malattia.

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In Spagna ed in Canada, questi ritrovati sono ampiamente consumati con benefici riscontrabili. Ma come mai proprio a Cuba e non altrove si riescono a produrre queste panacee? La risposta è presto data. Come leggiamo in un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell’Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry, affermano che Cuba ottiene migliori indici nella salute rispetto agli Stati Uniti, con un costo venti volte inferiore. La ragione: l’assenza – nel modello cubano – di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.

Proprio così: è la mancanza di pressioni lobbistiche a determinare i successi che qui, nella nostra porzione di Mondo Occidentale, non ci sogniamo nemmeno. Le lobby sono sempre le uniche responsabili: così affermano notissimi Premi Nobel e grandi centri di ricerca internazionali. Riprova ne è che “Numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l’importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani”.

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Qualora ciò non fosse bastante, allora non resta che rifarsi alle parole di un altro Premio Nobel (per la chimica stavolta), Peter Agre, il quale ha affermato che “Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica”. (ibid). Anche la direttrice dell’UNESCO, Irina Bokova, ha espresso grande ammirazione per i successi scientifici cubani, tuttavia, qui in Italia ed altrove, non se n’è avuta notizia, nemmeno col binocolo!


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