DAL 1963 22 PRESIDENTI AFRICANI SONO STATI 'MISTERIOSAMENTE UCCISI'


Già il primo presidente del Togo, Olympio, fu assassinato dopo aver indetto un referendum per abolire il franco CFA. Il pres. del Mali, Keita, fu destituito. Fino ad arrivare a Kemi Seba, arrestato nel 2017 per aver bruciato una banconota di franco CFA. Ma Cottarelli & Co. la chiamano libertà. - nota di Ilaria Bifarini

Il problema dei migranti economici non troverà soluzione fino a quando in Africa non vi saranno le condizioni per uno sviluppo economico. Senza nulla togliere alle responsabilità dei governanti africani locali, dobbiamo porre fine a questa inaccettabile IPOCRISIA di chi sfrutta gli africani, presta loro del denaro per farli partire e poi chiude le frontiere, lasciando all’Italia da sola di trovare una impossibile soluzione.

Quando Sékou Touré della Guinea decise nel 1958 di uscire dall’impero coloniale francese e optò allora per l’indipendenza del paese, l’élite coloniale francese a Parigi si indignò e, in un atto di furore storico, domandò all’amministrazione francese allora presente in Guinea di distruggere, in tutto il paese, ciò che rappresentava, ai loro occhi, i vantaggi della colonizzazione francese.

Tremila Francesi lasciarono il paese, prendendo tutti i loro beni e distruggendo tutto ciò che non poteva essere trasportato: le scuole, gli asili nido, gli edifici dell’amministrazione pubblica furono demoliti, le automobili, i libri, le medicine, la strumentazione dell’istituto di ricerca, i trattori furono distrutti o danneggiati; i cavalli, le vacche furono uccise nelle fattorie e le scorte del loro cibo furono bruciate o avvelenate.

Lo scopo di questo atto scandaloso era evidentemente di mandare un messaggio chiaro a tutte le altre colonie sulle conseguenze del rigetto della Francia.

Il fatto è che, a poco a poco, la paura s’impadronì delle élites africane e che, dopo questi avvenimenti, nessun altro paese trovò mai il coraggio di seguire l’esempio di Sécou Touré, il cui slogan era: “Preferiamo la libertà nella povertà all’opulenza nella schiavitù”.

Per i nuovi paesi indipendenti fu quindi necessario trovare dei compromessi con la Francia. Sylvanus Olympio, il primo presidente della Repubblica del Togo, un piccolo paese dell’Africa Occidentale, trovò una soluzione in grado di calmare i francesi.

Non volendo continuare a subire una dominazione francese, rifiutò di firmare il patto di colonizzazione proposto da De Gaulle, ma accettò in contropartita di pagare un debito annuale alla Francia per i sedicenti vantaggi ottenuti durante la colonizzazione francese.

Queste furono le sole condizioni della Francia per non distruggere il paese prima di partire. Tuttavia l’importo stimato dalla Francia era così elevato che il rimborso del cosiddetto “debito coloniale” era prossimo al 40% del bilancio del Togo nel 1963.

Da allora la situazione finanziaria del Togo appena indipendente fu molto instabile e, al fine di uscire da questa situazione, Olympio decise di uscire dal sistema monetario messo in atto dalla Francia coloniale, il franco FCA (franco delle colonie francesi d’Africa), e creò la moneta del paese.

Il 13 gennaio 1963, 3 giorni dopo avere iniziato a stampare i nuovi biglietti, una squadra di soldati (sostenuti dalla Francia) sequestrò e uccise il primo presidente eletto dell’Africa indipendente: Olympio fu giustiziato da un ex legionario francese, il sergente d’armata Etienne Gnassingbé, il quale ricevette in seguito un premio di 612 dollari dall’ambasciata francese locale per il successo della sua missione.

Il sogno di Olympio era di costruire un paese indipendente ed autonomo. Ma l’idea non corrispondeva alla volontà dei Francesi.

Il 30 giugno 1962 Modiba Keita, il primo presidente della Repubblica del Mali, decise ugualmente di ritirarsi dal sistema monetario del franco CFS (imposto a 12 paesi africani di nuova indipendenza).

Effettivamente per il presidente maliano, che era più indirizzato verso una economia di stampo socialista, era chiaro che la colonizzazione perdurava con questo accordo con la Francia, diventando una trappola, un fardello per lo sviluppo del paese.

Il 19 novembre 1968 anche Keita, come Olympio, fu vittima di un colpo di stato messo in atto da un altro ex legionario francese degli Affari Esteri, il luogotenente Moussa Traoré.

Di fatto durante questo turbolento periodo in cui l’Africa combatteva per liberarsi dal giogo della colonizzazione europea, la Francia fece ricorso in molti casi a mercenari precedentemente affiliati alla Legione Straniera per effettuare delle operazioni di forza contro i presidenti neo-eletti:


Il 1° gennaio 1966 Jean-Bedel Bokassa, ex legionario francese, realizzava un colpo di stato contro David Dacko, il primo presidente della Repubblica Centrafricana.
Il 3 gennaio 1966 Maurice Yaméogo, il primo presidente della Repubblica dell’Alto Volta, oggi chiamato Burkina Faso, fu vittima di un colpo di stato compiuto da Avboucar Sangoulé Lamizana, un ex legionario francese che aveva combattuto con le truppe francesi in Indonesia e in Algeria contro questi paesi che cercavano l’indipendenza.
Il 26 ottobre 1972 Mathieu Kérékou, guardia di sicurezza del presidente Hubert Maga, il primo presidente della Repubblica del Benin, realizzò un colpo di stato contro il presidente, dopo avere frequentato le scuole militari francesi dal 1968 al 1970.
In sostanza nel corso degli ultimi 50 anni sono avvenuti un totale di 67 colpi di stato in 26 paesi africani, con 16 di questi paesi ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di stato in Africa hanno avuto luogo in ex colonie francesi.
tratto da attivisimo.info

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