Il vero, unico vaccino contro questa epidemia lo ha scovato chi cerca di andare oltre l’apparenza e, soprattutto, si occupa di curare i danni che questi dementi elevati a sapienti hanno provocato e stanno provocando. Gli psicologi e gli psichiatri, almeno quelli che hanno la schiena dritta, autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio, hanno scoperto che c’è un solo modo per difendersi dal virus: smettere di guardare la televisione e di leggere i giornali, soprattutto quelli istituzionali o istituzionalizzati. E’ una ricetta che, alla luce dell’esperienza maturata in questi mesi, ha dato i suoi frutti con pazienti che, sia pure a fatica, si sono liberati di fobie, paure, ansie, frustrazioni e limiti alla propria capacità di giudizio. Si tratta di una cura che richiede, certamente, applicazione, ma che, come ha spesso sottolineato la nostra psicologa del Das, Manuela Giuliani, produce effetti positivi e liberatori.
E’ stato, cioè, appurato che, specialmente durante il lockdown, ma anche adesso, rimanere davanti alla Tv che bersaglia costantemente le menti e la vista con servizi sulla emergenza Covid-19 provenienti da tutto il mondo, altro non fa che aumentare i livelli di ansia e di negatività. Non più di dieci minuti al giorno bisognerebbe stare ad ascoltare notizie sul Coronavirus, oltre si rischia il black-out e il soffocamento da ansia cronica.
Noi, nei primi anni Ottanta, facemmo una scelta sull’onda dei libri che, in quegli anni, denunciavano il potere devastante della televisione, la sua capacità di manipolazione delle coscienze e delle menti, la straordinaria adattabilità dell’individuo al piccolo schermo senza alcuna possibilità di partecipazione attiva e critica, ma soltanto passiva. E da allora, orgogliosamente, non guardiamo la Tv, tantomeno i telegiornali che ci fanno, semplicemente, schifo. In poche decine di secondi giornalisti (?) devono spiegare cose che richiederebbero riflessione e confronto. Invece si consuma tutto, si passa dallo sport alla morte, dalle bombe al virus con una facilità esagerata e sproporzionata all’importanza dei temi. E’ il fallimento della comunicazione, divenuta una forma di tossicodipendenza ancora più letale, per lo spirito ma anche per il corpo, di una qualsiasi droga.
Smettere, quindi, di guardare la Tv e cessare di leggere i giornali che sono, nella stragrande maggioranza, servi del potere e del pensiero unico dominante che non è una imposizione dall’alto, ma una sorta di autocensura che spinge molti colleghi a non porsi domande e a seguire una sorta di Bignami dell’informazione dove tutti fanno da sempre le stesse cose senza sforzarsi di provare a seminare il dubbio, la curiosità, la fiducia, l’ottimismo. Al contrario, si cerca di aumentare i livelli di paura per seminare panico e allarme e vendere qualche copia in più. Quindi, prima cosa, evitare di acquistare i giornali cartacei. In particolare quelli del mainstream che sono tutti tranne poche eccezioni e non c’è davvero bisogno di fare nomi.
Vedrete, allora e la prova ce l’ha fornita la dottoressa Giuliani, che le persone piano piano recuperano una propria forma di autodeterminazione e di autonomia di pensiero e di giudizio, si pongono domande, cercano risposte, non accettano supinamente le verità rivelate. Anzi. E allora iniziano a chiedersi quale sia il senso di certe misure decise da un Governo di impediti che ci sta conducendo verso una devastazione sociale, economica e morale dalla quale rischiamo di non alzarci più. Che senso ha, ad esempio, chiudere i locali e i ristoranti alle 22? Che, forse, dopo quell’ora il Coronavirus si diffonde più facilmente? E i ristoratori cosa dovrebbero fare di fronte a commensali che alle 21.45, magari, non hanno ancora terminato il dolce e saranno colpiti da attacchi di ansia con agenti della polizia municipale – i primi e sempre presenti – carabinieri e polizia con aggiunta dell’esercito, impegnati a far rispettare l’orologio.
E qual è il senso di mettere in quarantena una intera classe compresi gli insegnanti e chi più ne ha più ne metta, per la positività, con bassa carica virale, di un solo alunno? Non si domanda quel genio del ministro Azzolina – un’altra che, a nostro avviso, starebbe bene a fare la cassiera negli autogrill delle autostrade con tutto il rispetto per la categoria che si fa un mazzo tanto dalla mattina alla sera e non sappiamo come fa – come possono restare aperte le scuole se gli insegnanti vengono messi a casa e a rimetterci non è solo una classe, ma un insieme di classi? Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la scuola è allo sfascio. Non esiste più. E’ finita. Ed è quello che volevano, distruggere la formazione delle nuove generazioni per renderle simili ai replicanti di Blade Runner: senza memoria e senza passato, senza alcuna identità di nessun genere.
Provate, gente, ad evitare la Tv, a non leggere i quotidiani a riscoprire l’importanza del dialogo, del confronto, della lettura, della scrittura, della ricerca di ciò che va al di là della superficie delle cose. Guardate dentro voi stessi e abbandonate l’idea che la tecnologia possa sopperire e sostituirsi alla ricerca della felicità. Essere felici, avere un futuro, scoprire passione ed entusiasmo non è scontato. E’ una lunga ricerca, costante, che va alimentata giorno per giorno. La felicità non è un diritto, casomai una conquista, almeno quelle poche volte che si riesce a provarla. Ogni affermazione, ogni successo, ogni sensazione di soddisfazione è frutto di impegno, fatica, lavoro, autodisciplina. Non fatevi abbindolare dalla Tv e dai programmi rubbish, immondizia, che, ormai, diffonde a piene mani.
Cercate dentro voi stessi la vostra strada e date voi un senso alla vostra vita.
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