"Virologi"

16/03/2021 - Li vedi ovunque, a qualunque ora, negli speciali dei tg o nelle arene televisive. Li vedi in prima serata, nei programmi del pomeriggio che prima parlavano di gossip da quattro soldi
ed ora hanno trovato uno scopo nobile nel raccontarci l'evento pandemico. Li vedi vicino a uomini e donne dello spettacolo, nei palinsesti domenicali, intervistati dal giornalista "di livello" o dalla conduttrice dei programmi di cucina. Sono loro, i nuovi presenzialisti: i "virologi". Ce ne sono di tutti i tipi: l'intransigente, il moderato,l'ottimista, il catastrofista, il rassicurante, l'allarmista, l'inquisitore. Ognuno con una parte ben precisa, ognuno con un copione da recitare a seconda dell'occasione. 

Seneca, nel "De brevitate vitae" disse: " Chi è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna attività e tanto meno alcune, come l'eloquenza e gli studi liberali, perché una mente impegnata in mille cose non può concepire nobili pensieri". 

Questi signori, evidentemente dotati di incredibili capacità, riescono a dirigere un reparto in ospedale, essere ospitati in più trasmissioni lo stesso giorno su reti televisive diverse e magari trovano anche il tempo di scrivere un bestseller sul virus. Non c'è che dire, nel tempo dei teatri chiusi, l'unico che continua ad avere il sipario alzato è il teatrino della "scienza"moderna. Ignorarli è un dovere morale per la nostra generazione. Spegnere per sempre il loro memento mori e le loro storielle sui dialetti che contagiano di più o sui contanti veicolo di malattia è essenziale per la nostra salute mentale e per quella dei nostri cari. È un gesto fondamentale per considerarci ancora esseri pensanti,capaci di ragionare. 

"Lo ha detto il virologo in TV" deve essere una locuzione estirpata per sempre dal nostro vocabolario.

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