In merito ai derivati sottoscritti dal Tesoro,”quando Morgan Stanley alla fine del 2011 dichiara di voler
esercitare la clausola di early termination, il Mef non approfondisce la fondatezza di questa pretesa, e omette la valutazione di uno dei principali rischi gestionali operativi, cioè il rischio legale”.
Lo ha detto Massimiliano Minerva, sostituto procuratore presso la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, nel corso di un’audizione davanti alla commissione di Inchiesta sulle banche. ”C’erano numerosi elementi – ha aggiunto Minerva – che avrebbero potuto supportare valutazioni e azioni negoziali prima del prospettato esercizio della clausola, oppure una strategia ex post: una volta che la banca ha chiesto l’attivazione della clausola, adottare una strategia di tipo oppositivo o esplicitamente contenzioso”. La decisione sotto accusa della Corte dei conti fu presa personalmente da Mario Monti, presidente del Consiglio e ministro delle Finanze. Infatti, si tenne la delega.
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