Passeggiando tra gli scaffali della grande distribuzione organizzata di Palermo ci accorgiamo che il grano duro canadese che le industrie della pasta ci propinano
non è il solo problema dell’agricoltura siciliana. Sembra incredibile, ma anche la frutta secca siciliana sembrerebbe scomparsa. Una forma di colonialismo alimentare sta travolgendo la nostra Isola. Ma la politica siciliana che fa?
non è il solo problema dell’agricoltura siciliana. Sembra incredibile, ma anche la frutta secca siciliana sembrerebbe scomparsa. Una forma di colonialismo alimentare sta travolgendo la nostra Isola. Ma la politica siciliana che fa?
L’agricoltura siciliana è veramente al caffè. Non possiamo scrivere alla frutta, perché tra le arance marocchine che fanno concorrenza sleale alle Navel di Ribera e alle Tarocco della Sicilia orientale, tra le angurie senz’anima (e senza sapore) che arrivano dal Nord Africa insieme con le susine e le prugne al sapore di nulla, beh, la frutta siciliana sta morendo. ma non è solo la frutta fresca siciliana che sta salutando i Siciliani: infatti, se la frutta fresca della nostra Isola piange, la frutta secca non ride. Un’esagerazione? Non si direbbe leggendo le indicazioni che campeggiano nei supermercati Carrefour di Palermo.
Ecco a voi la frutta secca esposta in bella mostra con le indicazioni della provenienza del prodotto e i rispettivi prezzi.
Cominciamo con le mandorle:
“Mandorle della California – 7 Euro al Kg”. Forse in Sicilia non abbiamo le mandorle? Ne abbiamo quante ne vogliamo. C’è la mandorla di Avola, famosa per l’industria dei confetti. O le mandorle dell’Agrigentino. Il problema è che questa coltura, in Sicilia, non è mai stata sostenuta. C’è stato un grande sforzo da parte della facoltà di Agraria di Palermo. Ma è mancata la politica.
Il risultato è che oggi la mandorlicoltura siciliana stenta. Così le mandorle californiane prendono il sopravvento.
Delle mandorle californiane che arrivano in Sicilia ci siamo occupati nel novembre dello scorso anno, quando abbiamo scritto il seguente articolo:
Rispetto a quattro mesi fa hanno dimezzato il prezzo. Almeno questo.
“Noci della California – 7,9 Euro al Kg”. Mancano le noci in Sicilia? No. Manca solo l’organizzazione. Manca una politica agricola. Manca la politica.
“Ceci tostati della Turchia – 5,5 Euro al Kg”. In Sicilia mancano i ceci? Non si direbbe. Sono stati – erroneamente – considerati cibo da poveri. Ma non sono mai mancati. Verdi e secchi. E soprattutto tostati. Ora anche quelli tostati arrivano dall’estero.
“Ceci crudi del Messico – 3,25 Euro al Kg”. Ancora ceci. E ancora ceci esteri. Messicani. Possibile? sì.
“Fagioli del Canada (Borlotti) – 5,49 Euro al Kg”. Non ci basta il grano duro del Canada che arriva con le navi? Adesso anche i fagioli? Ma è messa veramente così male l’agricoltura siciliana e, in generale, italiana?
Lenticchie del Canada – 2,85 Euro al Kg”. Pure le lenticchie? Ma non si dovrebbero coltivare in rotazione con il grano duro, che in Sicilia non manca certo? Sì, pure le lenticchie importiamo: per giunta dal Canada. In anticipo sul CETA…
“Arachidi dell’Egitto – 5,49 Euro al Kg” – Questa magari ci sta.
Chiudiamo con i pistacchi nelle bustine: sono di Bronte? No, dell’Iran…
Resta una domanda: che fine ha fatto la frutta secca siciliana? Possibile che ci stanno ‘colonizzando’ anche in questo settore? Ma a cosa serve il PSR (leggere 2 miliardi e 100 milioni di Euro spesi per l’agricoltura siciliana dal 2007 al 2013 e altri 2,1 miliardi di Euro che si spenderanno fino al 2020) se poi non contiamo niente anche nel nostro mercato interno?
Che senso ha tutto questo?
Fonte INuoviVespri
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