Rendere obbligatorio un trattamento sanitario su cui non si sa nulla sugli effetti collaterali ed efficacia vuol dire che si sta praticamente commettendo un crimine contro l'umanita'...
Il datore di lavoro può chiudere il contratto se un dipendente si rifiuta di vaccinarsi contro il Covid-19. A dirlo, in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” è il giurista Pietro Ichino, che sottolineando l’importanza della salvaguardia della salute di terzi anche sul posto di lavoro, ha spiegato che giuridicamente è possibile rendere obbligatorio il vaccino. “Non solo si può, ma in molte situazioni è previsto”, ha detto.
Al di sopra di tutto, quindi, la salute di chi ci sta intorno. “Quando la scelta di non curarsi determina un pericolo per la salute altrui, prevale la tutela di questa. Se sono un eremita sono liberissimo di non curarmi e non vaccinarmi. Se rischio di contagiare familiari, colleghi o vicini di posto in treno, no: lo Stato può vietarmi questo comportamento”, ha continuato Ichino nell’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. In definitiva, ha concluso l’esperto, “finché c’è un rischio apprezzabile di contagio il datore di lavoro può condizionare la prosecuzione del rapporto alla vaccinazione. E altrettanto possono fare le compagnie aeree, i titolari di ristoranti, o di supermercati”. I contenziosi, in questo caso, potrebbero sorgere, ma secondo il giurista, “in un numero molto limitato di casi”.
https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/12/29/covid-vaccino-lavoro
2 commenti:
Interessante come vogliamo obbligare ad un trattamento terapeutico che non risolve il problema, visti i numerosi casi positivi anche dopo il percorso completo vaccinale. Ebbene sì, anche i vaccinati possono ammalarsi e trasmettere il virus, quindi di cosa parliamo?
Questo signore si è bevuto il cervello. Esperto di idiozie e di allucinante disumanità
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