Il governo americano, benché accusi la Russia di brogli per la nomina del neopresidente Trump, tramerebbe da anni nell’ombra pilotando le elezioni di altri Stati esteri.
Per diversi mesi i principali media statunitensi hanno mosso non poche accuse nei riguardi della Russia per supposte, ma mai comprovate, interferenze politiche nelle ultime elezioni che hanno visto sul carro del vincitore l’imprenditore Donald Trump, presidente scomodo e tuttora poco popolare in molti salotti del potere. Ciò che però non viene mai sottolineato, e che forse bisognerebbe ricordare agli stessi media mainstream, è che a tutt’oggi gli Stati Uniti sono gli unici ad interferire realmente sui risultati delle elezioni politiche di altri Paesi dal 1946, con ben 81 casi trapelati e provati. Agli yankee va decisamente la medaglia d’oro per sabotaggio della democrazia in casa altrui.
Dov Levin, ricercatore dell’Istituto di politica e strategia della Università Carnegie Mellon, ha illustrato una lunga lista, ancora incompleta, riguardante tutte le volte in cui il governo degli Stati Uniti si è “immischiato” nelle elezioni di altre nazioni. Esempio eclatante di questi fili invisibili condotti dagli Usa sono le elezioni tenutesi il 24 settembre del 2000 in Jugoslavia. Slobodan Milosevic era in corsa per la rielezione, ma riaverlo al potere sarebbe stato scomodo per la sua cattiva reputazione come violatore dei diritti umani e per la tendenza a sconvolgere gli equilibri nell’area balcanica.
Che fare allora? Intervenire in diversi modi per favorire Vojislav Kostunica, candidato della coalizione di partiti politici chiamata Opposizione Democratica della Serbia. L’America avrebbe quindi elargito un cospicuo finanziamento per la campagna elettorale e la formazione degli oppositori di Milosevic. Una mossa che si è rivelata vincente e ha portato Kostunica a rivestire il ruolo di nuovo presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia.
L’intervento USA nelle elezioni italiane del 1960
A detta di Devin, gli Stati Uniti avrebbero tentato un intervento in quattro elezioni in Giappone e in Italia tramite agenti della CIA sotto copertura. In occasione delle elezioni di Nicaragua del 1984 avrebbero diffuso notizie riservate per danneggiare l’immagine dei marxisti sandinisti e capovolgere il risultato delle elezioni. Nel 1960, in Italia, a pochi mesi dall’insediamento di John Kennedy alla Casa bianca, un documento di sicurezza nazionale affermava che se i comunisti fossero saliti al governo in Italia, sia con mezzi leciti che illeciti, gli Stati Uniti si sarebbero visti costretti ad intervenire militarmente, anche unilateralmente se necessario. Lo scopo era aiutare quegli “elementi italiani che stanno cercando di prevenire o rovesciare il dominio comunista”.
Il primato della Russia è “solo” di 36 elezioni manipolate
Sebbene gli Stati Uniti abbiano il primato in questo campo, anche la Russia non avrebbe le ali candide in questo settore. Dal 1946 al 2000 l’esperto ha stimato circa 36 casi di manipolazione di elezioni estere. Non solo, secondo Dov Levin, questa strategia è stata adotta anche dalla Cina e dal Venezuela, in particolare per cercare di rovesciare Hugo Chavez. Per quanto, ipocritamente, i politici americani accusino la Russia di interferenze nell’elezione di Trump, molto avrebbero da riflettere sui lunghi tentacoli imperialisti degli Usa.
via Breaknotizie
Nessun commento:
Posta un commento