La Mafia non è altro che il braccio armato della Massoneria

Le mafie non sono nient’altro che il braccio armato della massoneria e dei servizi segreti. Non fatevi ingannare da chi vi vuole parlare di mafia ma non fa questi collegamenti, perché vuol dire che è in malafede e lo fa per disinformarvi.


Basta pensare che la mafia è nata con l’Unità d’Italia è c’è chi afferma che a fondare “l’onorata società” fu proprio il massone Giuseppe Mazzini. Lo stesso rito di affiliazione alla mafia si rifà ai riti iniziatici massoni. Nella ‘Ndrangheta, dove tra l’altro gli ultimi pentiti parlano anche di massoneria, quando si riceve “la santa” (un grado criminale che permette a chi lo riceve di allacciare rapporti con lo Stato) si pronuncia una formula che fa chiaro riferimento ai massoni e all’unità d’Italia, la formula è questa:


“Buon vespero e santa sera ai santisti. Giustappunto questa santa sera, nel silenzio della notte e sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la santa catena. Nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole d’umiltà, formo la santa società”. “Dite assieme a me: ‘Giuro di rinnegare tutto fino alla fine della settima generazione, tutta la società criminale fino ad oggi riconosciuta, per salvaguardare l’onore dei miei saggi fratelli. In nome di Garibaldi, Mazzini, La Marmora, passo la mia votazione sul conto di Buttà G. Se prima lo conoscevo come un saggio fratello fatto e non fidelizzato, da questo momento lo conosco per un mio saggio fratello. Sotto la luce delle stelle e lo splendore della luna, formo la santa catena, nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole d’umiltà, formo la santa società”

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Possiamo vedere il chiaro riferimento alla massoneria, anzi si giura proprio nel nome di tre grandi esponenti della massoneria. Oltre che nei riti iniziatici, questi rapporti tra mafie massoni e servizi segreti, li vediamo spuntare ogni qual volta si parli di stragi, omicidi di membri dello stato o giornalisti, o di traffici di armi e di rifiuti. Il problema è che a prendere tutte le colpe e a pagare è sempre solo il braccio armato, chi sta sopra ne esce sempre pulito.

Non siamo così stupidi da pensare che gli attentati in Sicilia a Falcone e Borsellino, ma anche altri, siano stati pianificati da una mente come Riina, e che un operazione militare di tale livello sia stata compiuta solo dai picciotti mafiosi, senza la supervisione di un esperto. I due giudici erano arrivati in alto nelle loro indagini e quindi erano una minaccia, non per i mafiosi, per loro lo sono stati fin da subito, ma per i pezzi grossi, quelli che ancor oggi i mafiosi non osano nominare.

Un altro esempio saltato alle cronache recentemente, riguarda l’omicidio Moro: infatti in una foto scattata il giorno del rapimento di Moro, lì nello scenario di via Fani, si vede li in un angolo un uomo che fuma. Quell’uomo con la sigaretta è Antonio Nirta, esponente della ‘ndrangheta, doppiogiochista dei servizi segreti, uno dei favoriti di Francesco Delfino (il generale dei carabinieri finito più volte nei peggiori misteri italiani). Perché Nirta si trovava li? Perché due personaggi della DC vicini a Moro, hanno provato a far sparire quella foto? La risposta è più che evidente.

Un altro caso in cui vediamo l’intreccio mafie/massoneria/servizi segreti/politica sono le ormai quasi dimenticate Navi dei Veleni, e il traffico di rifiuti e armi in Somalia, tra cui il caso dell’omicidio irrisolto di Ilaria Alpi, giornalista che indagava proprio su questi temi.

Oltre a intrecci con una parte dello Stato e la massoneria, le associazioni mafiose italiane hanno avuto rapporti e collaborato anche in alcune operazioni perfino con la CIA. La storia che stiamo raccontando risale al 1941, quando nella cella di uno dei più grandi boss di mafia, Lucky Luciano, a poche decine di chilometri da New York,il boss riceve alcuni ufficiali della marina statunitense. Cosa volevano quegli ufficiali? Volevano che il boss li aiutasse a fare piazza pulita delle spie naziste nel porto di New York. Lucky Luciano riesce non soltanto a prometterlo, ma lo mette in pratica, fa scoprire attraverso i suoi uomini le spie di Hitler nel porto, da lì parte questa storia innominabile anche se ormai conosciuta, la storia incredibile dei rapporti tra i servizi segreti americani e Cosa Nostra.

A partire da quel momento, si stringe questo rapporto e attraverso Lucky Luciano e i suoi agganci in Sicilia, gli Stati Uniti ottengono le informazioni per operare nel 1943 lo sbarco in Sicilia. Ebbene si la mafia ha collaborato in una delle missioni tra le più importanti della nostra storia, lo sbarco degli alleati.

La collaborazione comunque non finì in quel momento, ma continuò negli anni successivi, durante la Guerra Fredda e gli anni di piombo. Il tutto viene raccontato in un documentario andato in onda solo una volta e poi censurato. Lucarelli si è occupato di questi rapporti in una delle puntate di Blu Notte più interessanti: I Rapporti Segreti tra Italia e America.

Non serve aggiungere altro per capire come le mafie abbiano acquistato indisturbate nei decenni, potere e ricchezza… semplicemente servivano al paese, altrimenti il lavoro sporco chi lo avrebbe fatto?

di S.M. 

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